venerdì 2 ottobre 2015

Oggi Recensiamo...La Ferocia di Nicola Lagioia (Stregathon)

Con la mia tempistica da bradipo, stamattina mi sono decisa finalmente a scrivere una pseudo-recensione di uno dei libri più chiacchierati di questa estate 2015 (con il quale ho partecipato anche alla mia fallitissima SummerReadingChallenge): La ferocia di Nicola Lagioia. So già che ne avrete sentito già parlare in ogni dove, secondo me ve lo siete ritrovato persino nei discorsi del fruttivendolo sotto casa, però che vi devo dire? Ha vinto uno dei premi (se non IL PREMIO) più ambiti dagli scrittori italiani, lo Strega, e mi sembra abbastanza inevitabile che spunti fuori come prezzemolo in ogni discussione letteraria. Dalle altre critiche lette in giro, mi sembra essere stato accolto piuttosto bene da (quasi) tutti. Ecco, io mi sento di far parte di quel quasi. Non è che non mi sia piaciuto, però posso tranquillamente affermare di aver letto libri molto migliori. La storia sembrava accattivante, da thriller: una ragazza che prima viene vista camminare nuda su un'autostrada, poi viene trovata morta, caduta giù da un silos come si fosse suicidata. E invece di thriller c'è ben poco. La ferocia è più che altro una ricostruzione stile Barbara D'Urso delle problematiche e degli sporchi segreti della famiglia Salvemini, arricchitasi negli anni grazie alle sapienti mosse di speculazione edilizia operate dal padre. Ed è proprio questo voler scavare in un modo troppo accurato ed autocompiaciuto in un simbolo della corruzione italiana che non mi é piaciuto. Lagioia prende le cose facendo il "giro lungo", ci gira intorno, non va dritto al punto, vuole creare suspance, ma eccede, e questo suo intento diventa così palese che risulta disturbante al povero lettore che riesca ancora a raccapezzarsi dopo tutti i voli pindarici  che ha dovuto seguire. Infatti, non solo la narrazione è lenta, prolissa e troppo particolareggiata (va bene l'introspezione psicologica, ma certe cose, caro Nicola, se le poteva permettere solo il Dosto) ma lo stile è anche forzato e sconnesso. Per dirla in breve, l'autore si diverte a saltare di palo in frasca, usa la punteggiatura come se fosse un'aggiunta da fare a testo concluso, e per di più si sente talmente compiaciuto e forte di tutto questo, che da bravo professionista inserisce qua e là anche qualche termine desueto o poco conosciuto. Non mi stupisco affatto, in effetti, che abbia vinto lo Strega. Alla parte acculturata degli italiani, queste cose piacciono un mondo: sarebbe stato troppo facile assegnare il premio ad uno Zardi, che con la sua semplicità è riuscito a descrivere un futuro di crisi che poi tanto futuro non é. Lo stesso vale per Genovesi: ok, forse anche il suo lavoro presentava dei difetti, ma a mio parere avrebbe potuto vincere tanto quanto La Ferocia, se non fosse stato per la scrittura piana, semplice, di facile lettura, meglio il minestrone di finta cultura che fa tanto chic.
Ok basta, la smetto di sparare a zero sul povero Lagioia, che mi sta anche tanto simpatico, spero che non legga mai questa recensione (ma tanto non c'è pericolo ahah) e per farmi perdonare prometto che proverò altro di suo...magari sarà la volta buona :)



Per ora vi lascio e vi auguro una buona giornata. Se volete lanciarmi qualche pomodoro per avervi distrutto il libro preferito fatelo pure nei commenti, anche quelli sono ben accetti!
Un abbraccio.
Eu

giovedì 1 ottobre 2015

Monthly Recap #September

Ciao a tutti miei cari lettori :)
Oggi è il primo ottobre, e incredibilmente, non sono in ritardo, ma anzi, in un tempismo perfetto, per farvi la Monthly Recap di questo settembre, ovvero per descrivervi brevemente quali libri ho letto in questo mese e che sensazioni mi hanno lasciato..lo so che ho barbinamente saltato agosto, ma ho avuto vari problemi come vi ho già scritto in un post precedente, e recuperarlo ora non avrebbe molto senso...ma ciancio le bande, cominciamo pure (altrimenti arriviamo a novembre..)


Il primo libro letto a settembre è stato Su con la vita, Charlie Brown! di Abraham J. Twerski.
Devo dire che mi ha entusiasmato moltissimo: ovviamente le cose che dice l'autore, le strategie per affrontare i nostri piccoli momenti no o le nostre depressioni sono assolutamente conosciute e strasentite, d'altronde penso sia abbastanza chiaro anche al più sprovveduto che se sei triste, l'unica cosa da non fare è buttarsi sotto le coperte e piangersi addosso, eppure lo psichiatra Twerski (che pare essere famosissimo ma che io non conoscevo affatto) ci dà tanti piccoli consigli e spiegazioni in un modo così schietto, sincero e chiaro, aiutandosi e appoggiandosi alle vignette dei Peanuts, che per il lettore sarà impossibile, non dico non applicarli, ma almeno non rifletterci su e riportarvi il pensiero anche nei momenti più difficili. Lo straconsiglio in particolare a tutti quelli che stanno affrontando un momento nero, ma anche, perché no, anche a chi semplicemente vuole vedere in modo più roseo la vita.
Secondo libro, o graphic novel per essere più precisi, settembrino è stato Dimentica il mio nome di Zerocalcare (qui il suo sito). Che cosa dire? Come prima graphic novel della mia vita è andata decisamente bene, la storia mi ha talmente colpito e appassionato che l'ho finito in un pomeriggio. In bilico tra realtà, metafora e fantasia, il fumettista romano (siamo anche concittadini eheh), descrive un retroscena un po' oscuro della sua famiglia, non riducendolo a banale storia d'intrattenimento, ma inserendoci anche, tante tante considerazioni sulla vita, su Roma, sulla storia, che riescono a colpire il lettore facendolo riflettere, e tutto questo senza scadere nel moralismo (cosa difficilissima visto e considerando i temi trattati). Non ho letto null'altro di suo, ma sono decisissima a voler recuperare tutti i suoi altri volumi, anche se questo vorrà dire dar fondo al portafoglio, visto che costano tutti abbastanza (che poi considerando il lavoro che c'è dietro non è nemmeno tanto, però per una poraccia come me...). Anzi, ne approfitto per segnalarvi l'uscita della sua nuova raccolta: L'Elenco Telefonico degli Accolli che è uscita proprio oggi e che Zero presenterà a Roma nella Feltrinelli di Via Appia il 6 ottobre (dove probabilmente ci sarò anche io a sfidare la fila disumana generata dalla ricerca spasmodica di un suo autografo (nemmeno Gesù e i suoi miracoli facevano tanta gola, devo ammetterlo ahah).
Terzo libro che ho (ri)letto questo mese è stato Parlare a vanvera della mia ormai amata Bianca Pitzorno. Questo qui lo avevo recuperato parecchio tempo fa su Bookmooch, perché ricordavo di averlo letto e amato tantissimo nella mia infanzia, poi, una volta sopraggiunto il maledetto blocco del lettore, ho pensato di ''rispolverarlo'' per aiutarmi nel superare questo momento di crisi che è l'incubo di ogni book-addicted. Il blocco non è passato, lo ammetto, ma la lettura è stata comunque piacevole e mi ha confermato ancora una volta la bravura di questa scrittrice, della quale, ne sono fermamente decisa, devo recuperare tutto tuttissimo (anzi se avete qualche suggerimento dite pure). Nel libro sono raccontate storie piuttosto inverosimili di come si siano venuti a creare determinati modi di dire, come appunto il ''Parlare a Vanvera'' del titolo, il ''Mangiare la foglia'', il ''Piangere a dirotto'' etc..
Consigliatissimo a tutti: sia alle mamme/papà che vogliono leggere storie leggere ma di qualità (detta così sembra che sto parlando di un formaggio ahah) sia a chi, pur essendo cresciuto, vuole tornare per un momento a cullarsi nell'ingenuità dell'infanzia.
Con Ultimo viene il corvo  finiscono i libri letti in questo mese di settembre (anche se in realtà mi mancano ancora un paio di racconti) ma continua il mio progetto Calvino, per il quale voglio leggere tutti i libri di quello che è uno dei capisaldi della letteratura moderna italiana in ordine di scrittura. Questo è il secondo pubblicato, una raccolta di racconti in cui i protagonisti sono italiani che hanno vissuto, subito, combattuto la Seconda Guerra Mondiale, specialmente partigiani e popolo. Devo dire che non è stato un libro leggero, e se Calvino in generale non è una passeggiata, questi primi suoi scritti decisamente non si lasciano leggere facilmente, anzi, a volte possono risultare noiosi, altre volte troppo crudi, altre volte ancora apparentemente senza un fine (che invece hanno, ma è troppo complicato da riconoscere subito). Senza dubbio è questo il motivo per cui non sono molto conosciuti o comunque non è il suo libro più famoso, ma sono decisamente contenta d'averlo letto, e non vedo l'ora di scoprire quale sarà il prossimo capolavoro da affrontare.


Che altro dire? Queste sono state le mie letture di settembre, cosa ne pensate? E le vostre? Come al solito sarei contentissima di avere un vostro commento sotto questo mio post, me lo lasciate?
Un bacione grande.
Eu

domenica 27 settembre 2015

Di blocchi del lettore e TBR spaventose.

È esattamente un mese che non scrivo, forse qualche mio lettore si sarà accorto di questa mia latitanza, forse la maggior parte di voi nemmeno ci avrà fatto caso. Ma sono convinta di dovervi, nonostante tutto, una spiegazione: la verità è che non sto bene. Non ho mai fatto mistero di avere dei problemi di salute, ma non pensavo potessero pregiudicare la mia voglia e capacità di leggere. Invece devo ammetterlo, in tutti i miei diciotto anni di vita non ho mai affrontato una situazione tanto grave e il doverlo fare mi porta via così tante energie che non riesco a dedicarmi nemmeno un pochino alla lettura. Lo ammetto: tutto ciò mi fa sentire terribilmente in colpa, specialmente se mi guardo intorno e vedo come moltissimi altri bloggers o youtubers sfruttano il loro tempo leggendo e recensendo un libro dietro l'altro. E c'è da dire anche che io non mi aiuto nemmeno un pochino dal momento che tra tutti i libri che avrei potuto scegliere per affrontare questo blocco, la mia decisione è ricaduta su Calvino con il suo "Ultimo viene il corvo" che, insomma, non è proprio un esempio di scorrevolezza (si dice così?) ecco. Vorrei tanto riprendermi ma sono totalmente incapace di lasciar correre ed accettare semplicemente che è un momento no. Dal momento che non sarei obiettiva nel recensire quelle poche pagine che riesco a leggere, per non lasciar di nuovo scoperto il blog ho deciso di prendere un po' di tempo catalogando la mia libreria e facendo qualche tag carino...insomma niente di che, ma qualcosa di più leggero per non abbandonarvi :)
Per ora vi saluto, al prossimo post!
Vi voglio bene.
Eu.

domenica 23 agosto 2015

Oggi Recensiamo...L'Invenzione della Madre di Marco Peano

Ebbene sì.
Dopo una latitanza abbastanza lunga, ne approfitto di un simpatico giorno di pioggia per tornare qui nel mio blog e recensire non un libro qualsiasi, ma IL libro, quello che fino ad ora è stato la mia miglior lettura del 2015:L'invenzione della madre di Marco Peano.

In realtà, far uscire qualcosa di sensato su questo piccolo, grande capolavoro, dalla mia testolina è piuttosto difficile: avete presente quando vi piace talmente tanto una persona che non sapete come spiegare il perchè sia così? Ecco per me è lo stesso.
Ma giuro che qualcosa riuscirò a farvi capire lo stesso, anche se ha talmente tanti spunti di riflessione che non riuscirò mai a spiegarli tutti.
Per prima cosa partiamo dalla "trama" se così la vogliamo chiamare.
Quella che infatti ci ritroviamo a leggere è più la cronaca della malattia terminale di una donna, malattia affrontata non tanto da lei (che ormai è quasi totalmente abbandonata ad essa), quanto dalla sua famiglia, ed in particolare da suo figlio Mattia. E d'altronde il vero protagonista della storia raccontata in questo libro è proprio il suo rapporto con il terribile cancro della madre, cancro che lo costringerà a riconsiderare la propria vita, mettendolo per la prima volta davanti alla consapevolezza di dover abbandonare lo status di ''bambino'' per diventare finalmente un uomo.
In parte quindi è anche una sorta di romanzo di formazione, in cui vediamo come su uno schermo, i pensieri e le azioni di un ragazzo prima e di un adulto poi, in un cambiamento progressivo che lo porterà a tagliare i ponti con il passato, liberandosene quasi fosse una vecchia pelle, e a decidere finalmente di crescere.
Come ho accennato all'inizio, tutto questo è raccontato in terza persona, quasi fosse una cronaca, con tanto di dettagliate informazioni ricavate da studi scientifici sui tumori e sulla morte più in generale. Il lettore ha quasi l'impressione di star leggendo un giornale, con l'unica differenza che qui, non sono menzionati né nomi, né luoghi, a mio avviso, proprio per evidenziare ancor di più i fatti e la centralità nella narrazione di Mattia e della sua crescita, totalmente inversa rispetto al declino della madre.
E dal mio punto di vista sono proprio queste le due intuizioni geniali di Peano: usare l'antitesi per sottolineare questi due percorsi opposti, l'uno verso la vita, l'altro verso la morte e la scelta della cronaca come strumento narrativo.
Senza dubbio sarebbe stato più facile raccontare la storia dal punto di vista di Mattia arricchendo il tutto con i sentimenti più intimi del protagonista. Eppure Peano decide di esporci i fatti in maniera del tutto fredda, impersonale e soprattutto senza sentimentalismi di sorta.
Ecco quindi arrivarci la pura e semplice realtà della vita accanto ad un malato di cancro che sta morendo: ed è proprio questa esposizione così cruda e scevra di sentimenti che ferisce ancora di più il lettore. Ogni dettagliata descrizione della malattia è una scudisciata, e le ferite che apre sono dure da far rimarginare perchè resteranno anche molto dopo aver finito il libro.
Insomma, un libro particolare che ha sicuramente diviso i suoi lettori tra coloro che come me lo hanno trovato la punta di diamante della narrativa contemporanea italiana di quest'anno e coloro che invece lo hanno detestato senza alcuna possibilità di ripensamento, ma che al di là di tutto secondo me merita non una, ma mille possibilità.
Leggetelo, rifletteteci su a lungo e poi fatemi sapere la vostra opinione, che, come sempre, sono curiosissima di ascoltare.
Ora vi saluto e vi mando un bacione grande da quel di Brusson, sperando di tornare presto a casa e di essere più presente :)


sabato 8 agosto 2015

Lettrice dalla A alla Z #booktag

Ma ciao a tutti miei cari lettori :)
Ho una valanga di recensioni da scrivere, il post recap delle letture di luglio e OVVIAMENTE oggi non farò niente di tutto ciò! Infatti ho deciso di deliziarvi con un carinissimo booktag, che gira ormai da un sacco su vari blog e canali dedicati ai libri.
Siete pronti per farvi un po' di affari miei??
E allora partiamo!

A....un autore con la A maiuscola, quello di cui hai letto più libri!
Non saprei dire bene quale sia il mio autore più letto, perchè non mi concentro mai su qualche scrittore in particolare. Posso ben dire però di avere un amore letterario: sono in fissa con Victor Hugo. Vorrei riuscire a leggere TUTTI i suoi capolavori, e magari anche resuscitarlo e portarmelo a cena fuori......ah i libri fanno questi brutti scherzi!
Ma dico io, guardate che gran figo che era il mio ammmmmore ^^

B....bevo responsabilmente mentre leggo..
O the o camomilla, ma direi più la seconda, dal momento che leggo principalmente di sera, prima di nanna :D
C....confesso di aver letto..
Scappate a gambe levate se vi confesso di aver provato a leggere ben DUE libri di Moccia? (Amore 14 e Scusa se ti chiamo amore). Questi due splendidi tentativi sono andati giustamente a rotoli dopo le prime cinquanta pagine....a mia discolpa posso dire che mi erano stati entrambi regalati e che avevo 12 anni! :P
D....dovrei smettere di..?
Accumulare libri ad una velocità tripla di quella che impiego per leggerli. Ho 130 ''non iniziati'' solo in cartaceo, e continuo a comprare comprare comprare. Il problema è che mi chiamano! Come fai a dire loro di no?
E....ereader o cartaceo?
Cartaceo batte uno a zero l'ebook reader per almeno un milione di motivi. E poi un libro è un libro, vuoi mettere il fascino della carta? (Detto questo amo anche gli ebook e li apprezzo per moltissime altre ragioni).
F....fangirl impenitente di..?
Non sono una grande fangirl. Anzi non sono proprio per niente una fangirl. Ultimamente non sono riuscita ad appassionarmi troppo a nessuna serie tv/serie letteraria :(
G....genere preferito e meno letto...
Non ho un vero e proprio genere preferito. Mi piacciono molto romanzi storici e saghe familiari, ma per il resto leggo tutto tranne la fantascienza, i romanzi rosa/harmony e gli erotici.
H...ho atteso a lungo per...
.....leggere Il diario di Anne Frank. Ho iniziato a chiedere alla mia maestra delle elementari di poterlo leggere dalla terza. Inizialmente mi era stato rifiutato il permesso, poi piano piano la richiesta è passata in background e infine ho rimandato io per tanto tempo la lettura poichè non lo possedevo a casa. Infine, alla veneranda età di diciotto anni sono riuscita a leggerlo e innamorarmi platonicamente di quella meravigliosa, spuntuta, viziatella di Anne, una bambina vera, con tutti i pregi e i difetti delle ragazzine di quella età, raccontata da sé stessa senza buonismi nè concessioni di sorta.
I.....in lettura al momento
La ballata di Mila di Matteo Strukul che stra-consiglio a tutti!

L.....luogo preferito per leggere?
Sul terrazzo soleggiato in un pomeriggio primaverile (che scena poetica vero?)
M.....miglior prequel di sempre...
Non sono solita leggere saghe, quindi non leggo nemmeno prequel. L'unico che mi viene in mente è quello della serie di Maze Runner ma non mi è piaciuto per nulla quindi...
N....non vorrei mai leggere...
Grey, la ''biografia'' del protagonista delle cinquanta sfumature. Non vi metto nemmeno il link per comprarlo su Amazon. Se lo volete, uscite da questo blog e andatevelo a cercare :PP
O....once more? (un libro che rileggeresti ancora e ancora)
Pur non essendo un'accanita rilettrice, ammetto che rileggerei milioni e milioni di volte Echidna Mania di Justin D'Ath, uno dei libri più significativi della mia infanzia.
P.....perla nascosta? (un libro per il quale non nutrivi molte aspettative e che invece si è rivelato un tesoro)
... E ora parliamo di Kevin di Lionel Shriver. Non so nemmeno come descriverlo. Lo amo, lo amo, lo amo. E voi dovete leggerlo, altroché.
Q.....questioni irrisolte? (libri o saghe abbandonati)
Il nome della rosa di Umberto Eco , pesante oltre ogni limite. Forse ancora peggio del film.
R.....rimpianti letterari? (saghe non completate e abbandonate a malincuore)
Mmmmm...la duologia di Starters ed Enders di Lissa Price. Dopo aver letto il primo ho lasciato passare troppo tempo per recuperare il secondo e mi son dimenticata tutto della storia. Inutile dire che pur ripromettendomi di rileggerlo non l'ho più fatto vero?
S....serie iniziate e mai finite?
I libri di Lemony Snicket. Troppi e troppo angoscianti, per questo mio momento particolare. Ho deciso comunque di finirla ma magari la riprenderò più avanti!
T...tre dei tuoi antagonisti preferiti?
Assolutamente il Presidente Snow di Hunger games;
Aster il Tiranno delle Cronache del mondo emerso e poi non saprei, non sono una di quelle che di solito si innamorano follemente dei cattivi, anche perchè leggo pochissimi libri in cui ci sia un cattivo vero e proprio (sono più orientata per storie di vita vera, in cui l'antagonista può essere la guerra o una malattia piuttosto che una persona)
U.....un appuntamento con.....?
Marco Peano. Voglio conoscere l'autore del libro più bello che abbia letto in questo mio 2015 (una recensione work in progress...il libro è talmente bello che non riesco a parlarne).
che faccetta :D

V....vorrei non aver letto?
Tanti libri e nessun libro. Vorrei essermi risparmiata tanti libri a mio parere non meritevoli che hanno tolto tempo a capolavori ancora da scoprire, ma d'altronde ogni testo insegna qualcosa quindi, in fondo, perchè rimproverarsi?
Z....zanna avvelenata? (un finale che proprio non sei riuscita a mandar giù)
Bella domanda. Non mi viene in mente niente niente. Anzi sì, eccolo. Il terribile, ingiusto finale di Tess dei D'Uberville. Se tralasciamo che ho trovato tutto il libro assolutamente irritante, il finale non poteva esser da meno. Brutto e da amaro in bocca.

Che altro dire? Spero che questo tag non vi abbia annoiato, anzi, che vi abbia tenuto un po' compagnia, sia che siate in vacanza sia che siate ancora al lavoro.
Io continuo la mia lotta tra le montagne di Brusson, ho un mostro da combattere e niente mi dà forza come la vostra presenza e i miei adorati libri. Quindi fatevi sotto e lasciatemi tanti tanti commenti.
Ovviamente siete ancora una volta tutti taggati! Voglio le vostre risposte!
Un bacio grande!
Lusmore.

domenica 26 luglio 2015

Oggi recensiamo...La Cisterna di Nicola Lombardi

Ma ciao miei cari :)
Siamo a fine luglio e io ancora non mi sono goduta nemmeno mezza giornata di vacanza, ci credete? Più vedo gente al caldo e al mare e più mi viene voglia di cancellarmi da facebook: qui tra le Alpi sta già arrivando l'inverno e non dico faccia freddo ma....VOGLIO CASA!
Comunque sia, immagino che le mie simpatiche avventure nella clinica vi interessino poco, quindi bando alle ciance, oggi voglio proporvi la recensione di un libro che avevo in wishlist da tempo e che la collaborazione con la Dunwich Edizioni mi ha permesso di leggere (anzi, colgo l'occasione per ringraziarli davvero per la possibilità e la fiducia riposta in me).
Il libro in questione è La Cisterna  dell'autore Nicola Lombardi, un libro con una trama straordinariamente innovativa e capace di intrigare anche il più annoiato dei lettori.


Siamo nel solito futuro distopico che va tanto di moda ultimamente, ma questo capace scrittore italiano, non ce lo descrive alla solita maniera, anzi, non ce lo descrive affatto: preferisce parlarcene servendosi dello sguardo di Giovanni Corte, il giovane scelto dal NOM (Nuovo Ordine Morale) come custode della Cisterna 9, uno delle tante ''strutture'' adibite alla raccolta dei criminali condannati per un qualsiasi reato di media/grave entità. Giovanni è un ragazzo estremamente rigido, lo capiamo subito dalle parole che usa per descrivere il suo compito, la vita che dovrà affrontare per un anno in compenso del ruolo prestigioso e di una ingente somma di denaro e ovviamente il NOM stesso, che non biasima affatto, ma che al contrario ammira e segue senza alcuna remora inizialmente, con delle riserve poi, fino alla fine.
In un crescendo di suspance, e di dubbi su come si andrà a concludere la vicenda, e soprattutto su dove voglia "andare a parare" la storia, questo libro trascina e incolla il lettore alle sue pagine, non si sa bene cosa si stia cercando, ma c'è qualcosa di non detto, qualcosa di oscuro, misterioso e dubbio che chi legge non può trascurare e che rode come un tarlo fino alla parola fine.
La distopia, come già detto, è solo accennata, fa da sfondo alla vicenda, e anche se è la causa prima di tutto quello che accade, l'autore riesce a rendere La Cisterna, non un libro distopico, ma un thriller psicologico decisamente introspettivo, che indaga, con uno stile semplice e scorrevole l'animo umano, in particolare quello del protagonista, che, vivendo un anno in solitudine accanto alla morte e alla violenza bruta, dovrà fare i conti con il suo subconscio e la percezione che tutto ciò che aveva sempre creduto corretto, in realtà abbia qualcosa di marcio in fondo. Il tutto è reso ancora più inquietante dall'ambientazione claustrofobica e asettica, che ricorda un po' un bunker un po' un rifugio antiatomico.

Che dire dunque? Sono estremamente contenta di aver dato una possibilità a Nicola Lombardi e devo dire che con il suo libro mi ha davvero piacevolmente sorpreso. A volte si tende a non dare peso agli autori italiani, la stessa cosa vale per le piccole case editrici come la Dunwich. Invece spesso, tra tante scempiaggini, si trovano delle vere perline, e questo è uno di quei casi. Spero di poter avere la possibilità di collaborare nuovamente con loro e di leggere, perchè no, qualcos'altro di Lombardi. Nel frattempo vi consiglio di leggere La Cisterna. Sono sicura che nel caldo afoso di questa estate (almeno voi andatevi a rotolare nella sabbia calda, state lontani dalle montagne!!!!) vi saprà dare un brivido di gelida inquietudine.


domenica 12 luglio 2015

Monthly Read Recap #June

Ciao a tutti ragazzuoli :)
Un po' in ritardo per motivi personali, ma eccomi qui con una nuova (d'altronde il blog intero è nuovo quindi come potrebbe non esserlo anche lei) rubrica: la Monthly Read Recap, ovvero la lista dei libri letti da me medesima *che onore* nel mese appena trascorso.
Il mese in questione, giugno, è stato piuttosto impegnato, sia dagli esami di maturità, sia da splendide vacanze ospedaliere che mi hanno tolto non poco tempo per leggere....in più devo dire che tra i tre libri a cui mi sono dedicata ce ne è stato uno parecchio pesantuccio, a cui ho voluto approcciarmi con più calma e più testa, quindi non stupitevi se le mie letture sono state solo tre:

Il primo libro letto è stato, e non me ne vergogno,Polissena del Porcello della meravigliosa Bianca Pitzorno, autrice per bambini, che però ultimamente ha scritto anche un libro per adulti che voglio assolutamente recuperare. Che dire di questo libro dal titolo piuttosto ambiguo se non che mi ha colpito immensamente con il suo approccio ad argomenti profondi ed adulti rimanendo leggero e spensierato? Pur avendo io ormai diciotto anni, non sono rimasta annoiata né dalla storia né dalle tematiche (abbandono, solitudine, famiglia, dover crescere, ricerca delle proprie origini...) che sono trattate dall'autrice in maniera intelligente e saggia, senza scadere nel noioso o nel banale. Insomma un libro delizioso, che rileggerò nei momenti di nostalgia, anche perchè la migliore amica della protagonista si chiama proprio come me (ed è una figa assurda ahah).



Terzo libro letto, ma che scrivo subito perchè strettamente connesso con il primo, è Quell'estate al castello di Beatrice Solinas Donghi. Letto per la prima volta a dieci anni, è stata una ben grande delusione: pensavo che lo avrei amato come allora, invece non mi è piaciuto affatto. Anche qui vengono affrontate tematiche come l'abbandono, la solitudine, l'amicizia...ma in modo molto più superficiale e sciatto. Le due protagoniste, Gina e Ippolita non sono legate come Polissena e Lucrezia, ma una critica l'altra rimanendo assolutamente sterile e infantile nelle sue osservazioni. Lo stesso vale per l'approccio a qualsiasi argomento di spessore, che forse, anzi sicuramente doveva essere approfondito di più. No, no, no. Era finito nel dimenticatoio, e ora credo decisamente che ci tornerà...non è un libro che farei leggere ai miei figli/nipoti decisamente non ne vale la pena.




Ed ecco la mia seconda grande lettura di giugno!1984 di George Orwell. Un libro il cui titolo va pronunciato quasi con reverenza, ma che sinceramente poteva darmi molto molto di più. Niente da dire sullo splendido stile di scrittura del mio amato Orwell, e lo stesso vale per la sua genialità nell'essere uno dei primi a descrivere una distopia in una maniera così intelligente e realistica, anticipando brutture che si sarebbero verificate davvero, qualche anno più tardi. Ma c'è un neo in questo libro, qualcosa che non mi è piaciuto, qualcosa che non mi ha permesso di amarlo alla follia: la trama. Se lo devo considerare ''saggio'' allora è senza dubbio un capolavoro e uno dei libri più belli mai letti. Se lo devo considerare romanzo, allora lo devo bocciare, dal momento che l'ho trovato un pochino noioso e ho fatto non poca fatica a empatizzare con i protagonisti, finendo per provare un senso quasi di ribrezzo alla descrizione di Winston e una profonda antipatia per Julia.
Problema solo mio? Oppure trovo qualcun altro che ha avuto questa sensazione?

In ogni caso queste sono state le mie letture di giugno...che dirvi? Come al solito vorrei un commentino da parte vostra e un bacetto per questa povera sfigata chiusa in un posto orribile, di cui vi posso parlare ben poco.
Un bacione grande a tutti :)

Al prossimo post!